“Ho visto la pubblicità del pandoro con Scanu e mi è venuto in mente di quando ho avuto la malsana idea di provare a farlo in casa. Cercavo, ovviamente, qualcosa di semplice ma le parole PANETTONE o PANDORO con la parola SEMPLICE son come due rette parallele: NON SI INCONTRERANNO MAI.
Le mie amabili cuochine, tempo fa, mi hanno linkato alcune ricette, ma tempo di leggerne mezza e già perdevo sangue dal naso. Troppo sforzo. Io davvero non so come fanno. Per un panettone e affini ci vogliono tre giorni. Tre giorni. No, ma mi ci vedete? Io che, mentre mi depilo, con una mano tengo il rasoio e con l’altra pulisco il bidet. Io, che trovo unpardipalle anche girare spesso il sugo sennò si attacca. Io, che guardo solo le ricette con una stellina di difficoltà.
E infatti ci ho rinunciato. Mi sono lasciata spaventare da tutta quella lievitazione, quella lavorazione, da tutto quell’aspettare, che vi giuro, mi farebbe mori’.
Che poi è tutto un ‘dai la cera togli la cera’.
Prendiamo l’impasto.
Che qui mica vorrai usare farina normale, no? Ma che sei pazza? Minimo dev’essere farina del campo di grano del quarto imperatore della Cina con l’aggiunta di polvere d’oro egiziana ritrovata nella piramide di Cheope.
Il burro? Uè, mica il burro del Super. No, crema di latte delle montagne svizzere lavorata a mano direttamente dal nonno di Heidi e solidificata nella grotta di Betlemme.
Il lievito? Ce l’hai il lievito madre? Se non ce l’hai non sei NESSUNO. Ce lo devi ave’, per accudirlo come un tamagotchi e sfruttarlo tipo lavoro minorile per i tuoi impasti. Davvero non ce l’hai? A parte il fatto che non ti far sentire dagli esperti stellati che per questa tua mancanza ti potrebbero impalare e darti fuoco in piazza come una Giovanna D’Arco qualunque, e poi provvedi santoiddio, non è che puoi usare un lievito qualunque come abbiamo usato fino a tre anni fa prima che Cracco &C scassassero la minchia con le prelibatezze in cucina, chiaro?
Il latte? Che latte c’hai in frigo? Fai vede’? Non va bene. Ma ti pare? Ce l’hai una stalla? No? Un garage ce l’hai? Ecco, allora vai da un allevatore, comprati una mucca, trasforma il garage in una stalla e mungi la tua Lola. Solo così avrai latte genuino per il tuo super panettone. Minchia, ma ti devo insegnare tutto.
Lo zucchero. Ti dico solo una cosa: sappi che lo zucchero bianco è considerato IL MALE, regolati di conseguenza.
La frutta candita. Cooooosaaa??? Togli subito quella scatolina commerciale se non vuoi essere presa a sassate. La frutta candita TE LA DEVI FARE DA TE. Tzè, i canditi mi compra, lei.
Guarda, facciamo finta che hai tutta ‘sta roba che t’ho detto, va bene? Tu dici ‘ora lavoro l’impasto’ e invece no! Mettilo lì che deve riposa’ dodici ore minimo, poverino. In forno spento con luce accesa perché evidentemente ha paura del buio. O sennò armata di sensore da rabdomante devi girare per tutta casa alla ricerca di un angolo asciutto al riparo da correnti d’aria, perché all’impasto l’aria fa male alla cervicale. Io non so manco in quale cassetto ho i calzini figuriamoci se so in che pertugio c’è meno aria; e, se anche ci fosse, minimo sarebbe dove si rintana il gatto in fondo all’armadio.
Dopo un tempo in cui avresti potuto imbiancare casa puoi riprendere l’impasto e lavorarlo con altra roba, ma non è ancora pronto. Lo devi fa’ riposa’ un’altra volta. Manco io dopo due lezioni in palestra sono così stanca, ma sorvoliamo. Dopo un tempo in cui avresti potuto fare un trasloco, lo riprendi e lo rilavori di nuovo. E non a cazzo di cane come tuo solito, ci dev’essere un verso anche per piegarlo. Tipo asciugamano da ospite. Pieghi lì, pieghi qui, CON CRITERIO, non a caso. E CON CALMA. Poi, quando sei lì che festeggi il tuo ottantaseiesimo compleanno, è pronto e lo puoi mettere nello stampo. Ma non lo puoi infornare perché deve lievitare ancora. Lo inforneranno i tuoi parenti prima di venire al cimitero perché nel frattempo sei morta, ma vuoi mettere la gioia? Avrai fatto un panettone degno di questo nome, super cheffato, super stellato, che anche Bastianich direbbe ‘Vuoi che muoro?’ e tu risponderesti “No, per farlo son già morta io e mi pare più che sufficiente”.
Senza contare che ai parenti, ai quali hai lasciato solo ‘la cottura’, hai dato una piaga immane. Quindici minuti a centonovanta, dieci minuti a centottanta, tre minuti e dodici secondi tra centosessantacinque e centosessantaseivirgolatre, due minuti e ventisette statico, un minuto e trentatrè ventilato, quattro minuti con forno aperto mentre cantano l’ultimo cd di Natale di Michael Bublè, e altri venti secondi a forno chiuso a patto che intonino ‘Tu scendi dalle stelle’ in do minore.
Solo allora il VERO PANDORO degno di questo nome sarà sfornato ma rimpiangerai i bei tempi andati in cui, tolto il pandoro dall’involucro, si facevano due buchi in una scatola e si diventava tutti dei guerrieri dalla maschera rosa.”
A casa di Simo. La conoscete? Beh, se non la conoscete, dovete andare a leggerla. Una blogger e scrittrice ironica e frizzante, che mi fa sganasciare dal ridere. Che c’entra Simona Fruzzetti con il Panettone di Iginio Massari? Qualche settimana, mentre mi barcamenavo tra un rinfresco e l’altro in vista della preparazione di questo panettone, ho letto un suo post su facebook. Mi ha fatto morire dalle risate e, con il suo consenso, ho riportato qui le sue parole.
Ecco, e ora a voi il Panettone più buono del mondo, realizzato con la ricetta di Iginio Massari
Mi raccomando, seguitemi sulla mia pagina Facebook. Oltre alle mie ricette, troverete nuove idee, le mie videoricette e tanto altro.
25 gr di zucchero semolato
1 gr di sale
25 gr di miele di acacia
25 gr di sciroppo di glucosio
100 gr di arancia candita in cubetti (9×9 mm)
50 gr di cedro candito in cubetti
5 gr di scorza di limone grattugiata
1 gr di vaniglia
Stefania
8 commenti
oh my gold!! più che pirlare la pasta divento pirla io! intanto hai ragione, il racconto iniziale mi ha fatto morire dal ridere, quindi grazie! in secundis davvero davvero brava, hai tutta la mia ammirazione e invidia, io non riuscirei…volendo potrei farlo per i miei ma mi blocco di fronte a cotanta ricetta…non perché sia difficile ma perché richiede tantissima attenzione e io sono strafalaria di mio… panettoni meravigliosi!
Be, mi accodo a Simona… l’anno scorso l’ho fatto 3 volte prima di avere un risultato decente… quest’anno lo compro al super, ops in farmacia, tanto fa schifo uguale, ma almeno ho fatto la ceretta! 😀
Perchè non provi a farlo tu? Almeno non saprà di chimico
Ciao! Il racconto iniziale è bellissimo, mi ha fatto sganasciare! E non ha tutti i torti colei che l’ha scritto.
Io però ho seguito per bene le tue indicazioni per fare il panettone, quello di Massari, che non ho ancora provato, ma me ne hai fatto venire la voglia…
Dovrei preparare il mix aromatico, la pasta madre c’è, gli altri ingredienti pure, la pazienza…la trovero?
Io ci provo. Grazie per le indicazioni, vedrò di fare del mio meglio.
Un saluto.
Mafi
Ma certo che la troverai!!! Prepara tutti gli ingredienti e inizia! Se hai bisogno di consigli sono qui!
E’ proprio vero! Prima di metterti a fare il panettone, dopo aver letto non centinaia, ma migliaia di ricette dei migliori pasticceri, con un mal di testa che nessuna pastiglia te lo fa passare, o di armi di buona volontà e pazienza, o vai in pasticceria.
Io ho imparato a fare il panettone e il pandoro sei o sette anni fa dal blog di Adriano Continisio Profumo
d Lievito e posso dire che, a parte un po’ di difficoltà all’inizio, ora è molto più facile fare il panettone.
Ho la fortuna di avere una pasta madre con una forza eccezionale: se dicono di far lievitare l’impasto per 10-12 ore, a me ne bastano 8-9 altrimenti mi trovo l’impasto che mi corre dappertutto.
Quest’anno vorrei provare a fare il panettone con la ricetta di Iginio Massari, me ne hai fatto venere voglia leggendo il tuo scritto. Dopo quello di Adriano, di Morandin e del maestro Zoia, quest’anno farò un nuovo esperimento. Chissà cosa salterà fuori!
Ti farò sapere ciao Adriana
ciao Adriana, anche io ho imparato a fare panettoni pandori e colombe grazie ad Adriano è a Paoletta. Le tecniche degli altri maestri sono diversi per quanto riguarda l’inserimento degli ingredienti nell’impasto, ma in effetti sapere come si deve presentare l’impasto, la conoscenza del velo, la pirlatura e le altre varie tecniche imparate ai loro corsi mi hanno aiutato molto. Fammi sapere come ti trovi con questo di Massari. Ciao
Ho fatto anch’io un corso con Adriano e Paoletta, devo dire però che Adriano dava dei suggerimenti talmente precisi, che il corso ha confermato quello che avevo già imparato.
E’ stato comunque piacevolissimo parteciparvi, veramente care. perchè Paoletta e Adriano sono delle persone .
Ciao, ti saprò dire del risultato. Ciao