E’ possibile modificare il proprio stile di vita, a partire da un soggiorno al Bristol Buja Hotel ad Abano Terme?
E’ questa la domanda che si sono posti gli organizzatori dell‘evento BWell, tenutosi lo scorso week end ad Abano Terme (PD), e a cui io ho avuto l’onore di partecipare insieme ad altri 19 foodblogger, in rappresentanza di AIFB
L’Hotel Bristol Buja, la cui cucina è capitanata dallo Chef Claudio Crivellaro, si è fatto promotore di un weekend all’insegna del benessere a 360°. Un benessere che deve partire da una sana alimentazione, pensata nei minimi dettagli e strutturata dallo staff di cucina con gusto e creatività, senza tralasciare la bontà.
Ospiti del Bristol Buja, siamo stati accolti con il sorriso, siamo stati coccolati e accompaganti in questo percorso benessere fin dal momento del nostro arrivo. tutto lo staff dell’albergo, estremamente gentile e disponibile, ci ha fatto sentire dei veri VIP.
E’ stato subito chiaro, fin dall’aperitivo di benvenuto, che ciò che avevamo davanti non era un semplice evento dedicato al cibo, ma un evento studiato e pensato nei minimi dettagli, con la cura e la professionalità di chi svolge il proprio lavoro con passione.
Ci è stata data la possibilità di entrare nelle cucine, lì dove comincia la magia, dove i piatti prendono vita e dove ogni dettaglio è curato nei suoi particolari.
Siamo stati accompagnati in un percorso benessere fatto sì di buon cibo, ma anche di cura per il corpo: fanghi, massaggi, piscine termali, pilates e idromassaggi. Ecco, se dovessi immaginare il paradiso, vorrei che fosse così: un luogo sospeso nel tempo e nello spazio, in cui ogni pensiero galleggia leggero e in cui non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Cosa vuol dire BWell?
BWell vuol dire benessere, vuol dire attenzione per la propria salute, vuol dire stile di vita. Vuol dire prestare attenzione a ciò che si mangia, ma facendolo senza rinunciare al gusto e all’eleganza. Lo staff dell Chef Crivellaro ha ideato 14 menu, con 4 portate a menu, per un totale di 56 portate, una più bella e più buona dell’altra.
Antipasti, primi, secondi e dolci, degni di uno chef stellato, presentati con creatività e accuratezza, pensati in modo da apportare tutto ciò di cui il nostro organismo necessita per vivere in salute senza incappare in problemi di natura cardiaca o metabolica.
14 menu completi, quindi, raccolti in un volume realizzato anche grazie ad Anna Maria Pellegrino, in cui nulla è lasciato al caso, e perfettamente replicabili anche a casa. E’ proprio questa la sfida lanciata dal Bristol Buja: riuscire a innescare negli ospiti dell’albergo il desiderio di mantenersi in salute anche al proprio ritorno dal soggiorno turistico.
La qualità, già eccellente, di ciò che viene proposto al Bristol Buja Hotel è stata esaltata ancora di più dall’intera brigata di cucina che, al comando di Claudio Crivellaro, ci ha stupiti con l’eccelsa presentazione delle portate realizzate: un buffet ricco, elegante, ben presentato e, sopratutto, sano. 56 ricette e 14 menù completi da un punto di vista nutrizionale ed accattivanti per la vista, l’olfatto e il gusto, sensi che non dovrebbero mai andare in vacanza quando ci si siede a tavola.
Le ricette che declinano il B.Well Menù sono caratterizzate da tecniche di cottura rispettose delle qualità organolettiche delle materie prime utilizzate, dall’uso di cereali non raffinati, da frutti che nascondono concentrazioni di vitamine impensabili, da carni bianche sapientemente lavorate e da spezie ed aromi che sapranno impreziosire ogni singolo piatto, frutto di un’accurata ricerca non solo dal fondamentale punto di vista nutrizionale e medico, ma soprattutto da un punto di vista del gusto.
Al termine dell’evento, e a conclusione del blogtour, abbiamo avuto anche la possibilità di visitare l’azienda vinicola “Cà Lustra“, un piccolo paradiso immerso tra le colline euganee, in cui si coltivano oltre 30 varietà di vini pregiati, e in cui l’amore a la passione si concentrano ogni anno in un processo tanto antico quanto magico.
Presso l’azienda Cà Lustra si rispetta il ciclo naturale della natura, si ascolta la terra e la si osserva. Si producono, tra gli altri, Merlot, Carménère e Cabernet Sauvignon, Moscato Bianco e Fior d’Arancio, ma anche Manzoni Bianco, Chardonnay, Tocai e Garganega e si lavora la terra con l’umiltà e con la passione dei pochi, producendo un vino biologico di qualità e di spessore. Ho visto negli occhi del proprietario l’orgoglio e l’emozione di chi ama profondamente il proprio lavoro, e di chi sa trasmettere tutto ciò in una bottiglia di ottimo vino.
Un bellissimo blogtour, insomma, all’insegna del benessere e del buon cibo. Cosa volere di più?
A presto!
Stefania
