La storia di questa crostata si perde nei meandri della rete ….
Tutto ebbe inizio la scorsa primavera, quando l’ho vista pubblicata dallo ZioPiero. Ho letto con interesse il suo post e mi sono ripromessa di farmela preparare da lui andarla ad assaggiare direttamente in loco al mio successivo soggiorno romano.
Qualche tempo dopo l’ho vista replicata da Nanni, con qualche sua piccola modifica e accorgimento. Allora ho pensato, se mai mi fosse sfuggito prima, che questa crostata doveva avere davvero qualcosa di speciale se era riuscita a smuovere due “grandi” come lo Zio e Nanni. Ma questi pensieri rimangono tra me e me, finchè …
Poco tempo dopo mi arriva una mail a dir poco sconcertante da parte di mia sorella. Anche lei ha adocchiato la crostata in questione e un giorno si è recata appositamente al ghetto per poterne acquistare una bella fetta.
Mi ha descritto un locale molto piccolo, tanto piccolo che ha dovuto chiedere a dei passanti dove fosse il forno in questione. Il locale, a suo dire, era scarno, privo di un aspetto invitante, la vetrina molto trascurata, e il bancone quasi deserto. Della crostata in questione nemmeno l’ombra. C’erano però altre crostate, tutte bruciate e tutte poco invitanti.
E così, delusa, mia sorella è tornata nella sua casa romana, senza crostata e senza il desiderio di tornare in quel forno.
Ma io l’avevo vista da Piero e da Nanni, sapevo che di loro mi potevo fidare. Sapevo che non avrebbero mai fatto nè pubblicato una ricetta che non fosse davvero buona.
E così, un pò per consolare il senso di delusione di mia sorella, un pò per testare la bontà di questo dolce, un pò per appagare la mia gola, ho ripreso in mano la ricetta e l’ho preparata.
Che vi devo dire? io al ghetto non ci sono stata e non so come sia l’originale. Questa è sicuramente meno bruciacchiata. Quando l’ha vista, mia sorella non ha smesso di saltellare per la cucina finchè non le è stato concesso il taglio della crostata.
Crostata ricotta e amarene
Per uno stampo da 20 cm
Per la frolla:
200 g farina 00
65 g zucchero
45 g burro fuso
2 tuorli
1 albume
1 cucchiaino di lievito per torte salate
sale
scorza di 1 di limone
Per la crema pasticcera da forno:
105 gr di latte
53 gr di panna
80 gr di zucchero
2 tuorli
10 gr di fecola di patate
1/4 bacca di vaniglia
scorza di mezzo limone
Inoltre:
500 gr di ricotta di pecora*
150 gr di zucchero
350 gr di confettura di amarene (o visciole)
Impastare tutti gli ingredienti insieme. Se dopo un po’ non si amalgama, aggiungere un cucchiaino di latte. Quando amalgamata, avvolgere in pellicola alimentare e lasciare riposare in frigo almeno un paio d’ore.
Preparare la crema pasticcera da forno: In un pentolino portare il latte a bollore. A parte, mescolare i tuorli con lo zucchero, i semi della vaniglia, la scorza del limone e la fecola. Quando il latte sta per bollire, versarci dentro la crema di tuorli, senza mescolare. La crema non si attacca, ma, anzi, si addensa subito. Quando si è rappresa, si può spegnere il fuoco e mescolarla delicatamente. A questo punto, trasferirla in una ciotola e ricoprirla con della pellicola a contato diretto, in modo che non si formi una sgradevole crosticina.
In una terrina mescolare la ricotta con lo zucchero. Io l’ho anche setacciata, in modo da eliminare tutti grumi.
Stendere la pasta frolla (lasciandone da parte un terzo) sulla base di una tortiera ricoperta anche con carta forno. Bucherellare il fondo con una forchetta. Stendere uno strato sottile di crema pasticcera (non andrà usata tutta, ma solo metà), poi la confettura di amarene e infine la crema di ricotta (*io l’ho messa tutta secondo ricetta, ma secondo me è troppa e alla fine va a coprire il sapore delle amarene). Stendere la pasta frolla rimanente, ricoprire la torta e chiudere bene i bordi. Cuocere in forno a 180° per 45 minuti.
E’ ottima gustata tiepida
Note: sebbene in fotografia io abbia usato delle ciliegie, per questa crostata ho usato la mia confettura di amarene
Buon Appetito!
Stefania
10 commenti
Ma che bontà!!!
Oggi ho fatto la ricotta.
Ma piantare l'albero di amarene sarà troppo pure per me, mannaggia 😀
E' forse la mia torta preferita…
quanto sembra buona!!
Perdindirindina! Il genere di torte che piace pure a me… e non osare dire che a me piacciono tutte… è anche vero, ma solo perché sono le tue!
Che bontà questa crostata!!
L'avrei voluta vedere tua sorella saltellante per la cucina! :)))
La prossima volta che verrai a Roma ci andiamo tutti insieme, perché questa torta merita davvero il viaggio!
:)))
Sembra deliziosa….da provare, anche perchè Zio Piero è una vera garanzia 😉
Bravissima!
Romy
ciao Stefania!
posso confermare che questa è davvero una crostata ottima, l'ho fatta anch'io, a suo tempo (la feci la sera stessa in cui Piero pubblicò:), e rifatta varie volte. Puoi vederla QUI
Questa sì che è una crostata magica, mangiata calda è da svenimento, a tempertura ambiente ottima, fredda di frigorifero eccellente.
( e secondo me è più buona di quella che ha ispirato la clonazione di Piero:)))
Ciao cara, un sorriso 🙂
Anche io l'avevo mangiata a Roma e….me la ricordo ancora da quanto era sublime e ora…la ricetta.Grazie!!!!
Ciao Stefania, qualcosa mi dice che presto o tardi convergeremo in gruppo da Boccioni per toglierci la curiosità! 😉
Grazie per la citazione e buona giornata! 🙂