Non è facile trovare le parole giuste per questo MTC. Questo mese ho trovato la sfida estremamente interessante ed entusiasmante, ho accolto questo lievitato con curiosità e sono rimasta molto sorpresa dalla facilità e dalla fragranza di questo impasto piuttosto semplice.
Ho invece difficoltà a trovare le parole giuste per parlarvi di questo pane.
La ricetta proposta da Eleonora per l’MTC di questo mese non è una semplice ricetta. E’ tradizione, è ritualità, è ricordo, è legame spirituale.
Questo pane (che non è la Challah!), nella cultura ebraica viene preparato dopo il tramonto del venerdi per essere gustato durante il sabato, giorno sacro.
Forse è proprio la consapevolezza dell’ accostarmi con fare poco sacro ad una ricetta tanto antica e l’ignoranza totale per la kasherut che mi fanno sentire inadeguata a preparare questa ricetta e a parlarvi di essa.
Con una sorta di timore reverenziale, quindi, quindi direttamente le parole a lui, il protagonista di questo post.
Vi dico solo che la brioche che si ottiene con questo impasto è semplice da realizzare, estremamente morbida e profumata.
Io l’ho farcita in tre modi diversi
Ho voluto proporre un ripieno “emozionale”, legato al ricordo del profumo di casa mia durante il periodo natalizio. E’ il ripieno dei buccellati, classico dolce palermitano di Natale, realizzato con le dosi di mia nonna.
Ho voluto proporre un ripieno “emozionale”, legato al ricordo del profumo di casa mia durante il periodo natalizio. E’ il ripieno dei buccellati, classico dolce palermitano di Natale, realizzato con le dosi di mia nonna.
Non poteva certo mancare il ripieno “classico che più classico non si può”, ma sempre molto apprezzato, con mele, noci e uvetta.
E infine un ripieno “originale” con i fichi sciroppati profumati alla cannella, che donano al pane dolce un aroma indescrivibile.
Pane dolce del sabato
Per tre trecce ripiene:
750 gr di farina
3 uova grandi*
150 gr di zucchero
25 gr di lievito di birra
200 ml di acqua tiepida
200 ml di olio extra vergine d’oliva
15 gr di sale
Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l’olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l’impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l’impasto e tagliarlo in tre parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in altre tre pezzi.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere ogni ripieno su tre parti. Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi “salsicciotti”. Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare. Ripetere l’operazione per la seconda treccia e per la terza treccia. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore. Sbattere il tuorlo d’uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero. Infornare in forno già caldo e STATICO a 200°C per circa 15-20 minuti.
Note:
*Eleonora parla di uova grandi. Abbiamo poi scoperto che in realtà le uova marocchine classificate come grandi equivalgono alle nostre medie. Il risultato finale, in ogni caso, dipende dal tipo e dalla qualità di farina utilizzata.
Io ho usato farina manitoba e uova medie, ho impastato tutto con l’impastatrice seguendo la sequenza di inserimento degli ingredienti proposta da Eleonora e partendo direttamente con il gancio. Il composto è piuttosto morbido e ci sono voluti circa 25 minuti prima che l’impasto risultasse incordato. Se vi sembra mollo, non disperate, incorderà! Se invece si usa una farina 00, consiglio di regolare la quantità di uova, magari sbattendole e aggiungendole a filo finchè l’impasto riesce ad assorbirle.
Io ho usato farina manitoba e uova medie, ho impastato tutto con l’impastatrice seguendo la sequenza di inserimento degli ingredienti proposta da Eleonora e partendo direttamente con il gancio. Il composto è piuttosto morbido e ci sono voluti circa 25 minuti prima che l’impasto risultasse incordato. Se vi sembra mollo, non disperate, incorderà! Se invece si usa una farina 00, consiglio di regolare la quantità di uova, magari sbattendole e aggiungendole a filo finchè l’impasto riesce ad assorbirle.
Non sarà semplice stendere i cordoncini, proprio perchè l’impasto è ben incordato e tende a ritirarsi. Un pò di pazienza. Stendere un pò e lasciare riposare e poi stendere di nuovo.
I tempi di lievitazione, infine, dipendono dalla temperatura ambiente e dal tipo di impasto (più o meno grasso). I tempi indicati qui sono relativi, è opportuno guardare l’impasto e lavorarlo quando è ben lievitato.
Pane dolce al profumo di casa mia:
250 gr fichi secchi
1/4 mandarino (polpa e scorza)
scorza grattuggiata di 1/4 arancia e 1/4 limone
1 cucchiaio di cacao amaro
1/2 cucchiaio di zucchero
1/4 cucchiaio di cannella
50gr frutta secca mista tostata (noci, nocciole, mandorle, pinoli)
50gr cioccolato fondente tagliato al coltello
caffè amaro q.b. (circa 1 tazzina)
Preparare il ripieno il giorno prima del suo utilizzo: tritare finemente i fichi secchi insieme al mandarino intero (eliminate solo i semi) e la scorza di arancia e limone, fino ad ottenere una “poltiglia”. Aggiungere il cacao amaro, lo zucchero, la cannella, il cioccolato a pezzi e impastate con la mano. A questo punto inserire anche il caffè, quanto basta fino ad ottenere un impasto morbido e non troppo appiccicoso (noi ne abbiamo usato circa 3 tazzine). Far riposare tutta la notte. Distribuire poi il ripieno sulle tre strisce di impasto e procedere secondo ricetta.
Note: il ripieno risulta molto compatto. Attenzione a dosare il caffè, non deve risultare liquido. Forse proprio a causa di questa compattezza, però, la brioche ha lievitato meno. Il risultato è ugualmente perfetto, e la consistenza è molto simile a quella dei veri buccellati: più che una brioche, sembra un biscotto morbido. Sublime!
Pane dolce con uvetta, noci e mele:
2 mele grandi a cubetti
2 mele grandi a cubetti
100 gr di uvetta ammorbidita
noci a piacere
scorza di limone
scorza di limone
cannella
semi di sesamo
Ammorbidire l’uvetta in acqua calda per almeno un paio di ore. Tagliare le mele a cubetti. Mescolarle all’uvetta e alle noci sbriciolate e profumare il tutto con cannella e scorza di limone. Distribuire il ripieno sulle tre strisce di impasto e procedere secondo ricetta.
Note: Non ho voluto aggiungere zucchero al ripieno, poichè trovo che la brioche sia già abbastanza dolce.
Pane dolce con cioccolato, mandorle e fichi neri sciroppati:
6 fichi neri di San Mango sciroppati a cubetti
50 gr di cioccolato extra fondente a scaglie
50 gr di mandorle tostate in granella
semi di papavero
Prelevare i fichi neri dallo sciroppo, asciugarli tamponandoli con un tovagliolo di carta e tagliarli a cubetti. Aggiungerci il cioccolato tagliato a scaglie e le mandorle tritate al coltello. Distribuire il ripieno sulle tre strisce di impasto e procedere secondo ricetta.
Note: in questo ripieno, il sapore dolce dei fichi contrasta piacevolmente con l’amaro del cioccolato. In più, il profumo intenso sprigionato dalla cannella contenuta nello sciroppo dei fichi dona alla brioche un’aroma davvero particolare.
Buon Appetito!
Stefania
Stefania
15 commenti
Sai che non saprei quale scegliere? Se ne può avere un pezzetto di tutti e due?! Mamma che buoni.. sei stata bravissima! 😀 Un abbraccio e buona giornata!
bellissime le tue trecce ma quella ai fichi è una vera bontà, la mia preferita 🙂
Non vorrei fare arrabbiare l'altra Stefania ma fichi e cioccolato amaro e' da podio!!!
buoni i tuoi ripieni…..:-P!!!
Ecco, nemmeno io saprei scegliere… come si faaaa?! 😀 Sei stata bravissima, complimenti di cuore!!! 🙂
E meno male che non sapevi cosa scrivere! Quelle poche parole, hanno detto più di mille discorsi… e quello emozionale, con l'interno dei buccellati, mi prende da morire… forse perché tocca anche le corde del mio cuore?
Un bacio
P.s. Sei grande come sempre!
Ely: quale delle tre ti è sfuggita? 😉
Ros: davvero deliziose!
Giulia: Sssshhhhh, non darle suggerimenti!
Giulietta: 😛
Valentina: Non si fa, si mangiano tutti e tre!
Stefania: fimmine di panza noi, nel senso che la panza sappiamo come riempirla!
Arrivo decisa e senza dubbi, prendo quella con il ripieno del buccellato!!
Senza nulla togliere agli altri pani, ma sono generosa e lascio qualcosa agli altri che passeranno di qui!
😉
ciao loredana
Tu mi vuoi male, ma come si fa con queste 3 pagnotte così belle piene a non voler prendere il primo aereo per Palermo? I fichi poi… non trovo più parole!
Senti io non voglio far torto a nessuno… sia mai che ti offendessi: tutte e tre con una bella granita e via! Non ci si pensa più.
Scherzi a parte complimenti, come sempre sei nell'ultimo del *cieli*…
per le ricette ma anche per l'introduzione.
Buona serata.
Nora
Condivido la tua "paura" di sbagliare vista l'impostanza della ricetta ma direi che viene tutto smentito dal risultato: sono una più buona dell'altra! Certo, la mia preferita è la terza, ma siccome non vorrei fare torto a nessuna, non è che me ne mandi un assaggino di ognuna? 🙂
Grazie per le note di chiarimento, anzitutto, che son sempre preziosissime.
E grazie anche per questo post he, per non so quale motivo, mi ha fatto venire i mente le tue prime partecipazioni. Quando ancora non erano tanti gli sfidanti che osavano lanciarsi in più versioni e arrivare qui significava sempre trovare tante sorprese.
Come sempre, c'è l'imbarazzo della scelta: ma il primo ripieno, quello del bucellato, va dritto al cuore.
Salutami i tuoi vicini, quelli verdi e con le antenne 🙂
Buon fine settimana
ale
Io non saprei quale scegliere…se il buccellato o quella dei fichi, ma posso dirti che ti ringrazio di tutte le premure che hai messo in questo post e soprattuto nella confezione di queste meraviglie.
Il ripieno dei buccellati!!! Che cosa mi hai fatto ricordare!!! E' geniale, lo sai? Cerrrrto che lo sai!!!! 😀
Buoni e belli tutti e tre, ma la mia preferenza va in assoluto al primo… per ragioni puramente emotive: li faceva mia nonna i buccellati, e adesso che non è più in grado, a casa mia non li fa più nessuno. 🙁
Dovrò pensarci io, mi sa.
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