Ho un problema. Un problema serio.
Quando esco dalla SSicilia e mi avvicino al bancone di una pasticceria, mi lascio sedurre da tutte quelle forme a me nuove, da quei colori, da quei nomi così “diversi”.
E’ capitato qualche tempo fa in costiera amalfitana.
E’ capitato a Milano.
Ed è capitato anche lo scorso weekend a Genova.
Dolci dall’aspetto “innovativo”. Bicchierini “moderni” e trancetti golosi.
Mi lascio tentare dalla gola e prendo diversi assaggi di mignon.
E poi la delusione.
Sempre.
Come se a quei dolci mancasse qualcosa.
Ma non riesco a capire cosa.
Sono belli, hanno un aspetto molto invitante, le etichette parlano di ingredienti ricercati, sono colorati, esposti in bella mostra.
E allora? Cosa manca?
Ecco cosa manca: non sono siciliani.
La nostra pasticceria è “classica”, è vero. Ma ha un gusto molto intenso e persistente. Forse assuefatta da questi sapori così forti, non riesco a gustare in pieno ciò che trovo fuori. Neanche se è un dolce di Luca Montersino. Ahimè! :-(((
Certo, Qualcuno potrebbe ribattere ricordandomi il nome di un certo Michel e la mia espressione di puro godimento davanti ad un suo dolce (o forse davanti a lui?) … ma io ribatterei ricordando a Costui il bel cannolo morsicato e il chilo di ricotta furbamente sottratto alle mani dei propri ospiti …
Cannoli siciliani
Per 20 cannoli
sono partita da una ricetta di Piero, cui ho apportato qualche modifica
Per le scorze:
250 gr farina 00
15 gr zucchero
1 gr sale
5 gr cacao amaro
25 gr strutto
75 gr nero d’avola
1 uovo
Per la crema:
1 kg di ricotta di pecora
350 gr di zucchero
200 gr di cioccolato fondente tritato al coltello
cubetti di arancia candita (facoltativi)
Per finire:
ciliegie candite
filetti di arancia candita
zucchero a velo
Olio di semi (o strutto) per friggere
Il giorno precedente la preparazione, dedicarsi alla ricotta: la ricotta deve essere fresca ma asciutta. Porla in uno scolapasta e farla sgocciolare in frigo per un’intera giornata. Il giorno successivo, mescolarla con lo zucchero, farla riposare un’ora e poi passarla al setaccio. Dovrete ottenere una crema morbida e setosa, senza grumi. In mancanza del setaccio, si può usare un colino a maglie fitte. C’è anche chi usa il passaverdure (!) o peggio ancora la frusta del Ken (vero Cinzia?)…
Sempre il giorno prima, iniziare a preparare le scorze: Miscelare tutti gli ingredienti secchi, unire lo strutto e sbriciolarlo con le dita. Inserire poi l’uovo e il vino rosso (poco alla volta, potrebbe non servire tutto!) fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Avvolgerlo nella pellicola e lascialro riposare per almeno 24 ore.
Il giorno dopo, stendere l’impasto con il mattarello. Non sarà necessario usare nè olio nè farina. L’impasto è molto elastico, quindi tenderà a restringersi. Ci vuole un pò di pazienza.
Stenderlo piuttosto finemente e ritagliare dei cerchi di 12 cm.
Appoggiare la canna sul disco di pasta e avvolgerlo, tirando leggermente i bordi e rialzando la pasta verso il centro. Unire le due punte, pressando con il dito in modo da farle attaccare tra di loro (consiglio della mamma che io NON ho seguito: spennellare con un goccio di albume le due estremità in modo che in cottura non si aprano)
NOTA: ci vorrebbero le apposite canne di bambù. Io non le ho e ho usato quelle in acciaio che comunque hanno fatto il loro lavoro!).
Nel frattempo preparare un tegame con l’olio (o lo strutto? amiche siciliane, cosa usate??? Io preferisco friggere con l’olio perchè il sapore dello strutto cotto non mi piace molto)
Quando l’olio (o lo strutto) sarà caldo ma non bollente, tufafrci dentro le canne e fare cuocere le scorze. Dovranno rosolare ma non bruciare. Vedrete che inizieranno a formasi delle bolle in superficie. Attenzione: io non amo friggere e questa fase è per me la più ostica. La temperatura dell’olio deve essere ottimale: se è troppo caldo, le scorze bruceranno subito. Se è troppo freddo, assorbiranno troppo olio e diventeranno indigeste.
Una volta cotte, estrarle dall’olio e farle freddare completamente. Per estrarre le canne sarà sufficiente imprimere su di esse una leggera pressione e sfilarle delicatamente.
Una volta freddi, farcirli con la crema, decorarli con mezza ciliegia candita e spolverare con zucchero a velo
NOTE: le scorze cotte si conservano in una scatola di latta per qualche giorno. Una volta farciti, però, vanno consumati subito. La crema, una volta zuccherata, può essere congelata tranquillamente.
Buon Appetito!
Stefania
…
Ma … come buon appetito? …
E ci lasci così?
Ancora non ci spieghi cos’è quel bannerino in alto che lampeggia già da una settimana?
Ma voi avete capito cos’è? Vi siete fatti qualche idea? Dai, oggi io e Piero vi diamo un indizio. Lo trovate qui sotto:
-
Si fa ma non si dice
-
Si copia ma non si bara
- Si mangia e poi si beve
Adesso è tutto più chiaro, no?
A prestooooooo
20 commenti
Ho appena postato i cannoli salati, esprimendo il desiderio di fare quelli dolci…la tua ricetta capita proprio a puntino, la terrò da parte!!!! 🙂 Un abbraccio
Cioè la ricetta dei cannoli, la copi da un romano???
Ti scomunico!
Come la mia omonima volevo prenderti in giro…ma come, dallo zio Piero la ricetta dei cannoli??? :-))))
Sono bellissimi, piuttosto, e concordo sulla unicità della pasticceria siciliana ( che ha qualcosina in comune con quella araba 😉
ma che meraviglia…sono un capolavoro!!! bravissima!!
Adoro tutti i dolci ma quelli siciliani da sempre! Pensa che ricordo delle file interminabili fatte con la mamma e la nonna alla Fiera Campionaria di Milano, allo stand della Sicilia, pur di assaggiare questi scrigni meravigliosi.
La ricetta la copio sicuramente!
Bacioni
Nora
grazie per avere fatto vedere tutti i passaggi, non sapevo come fare i cannoli non l'avevo mai visto
Francesca: bene, allora fammi sapere!
Stefania: ho vinto la scommessa!!!
Araba: quando il romano non ne sbaglia una ….
Olga: Ti ringrazio!
TataNora: stessa identità scena cui si assiste qui ogni domenica: file interminabili e occhi golosi!
Gunther: 🙂
Avevi scommesso sulla scomunica?
Stefania: no, avevo "predetto" il tuo commento!
..quanto è vero il discorso sulle pasticcerie italiane e sui sapori siciliani…
Il fatto è che quando uno inizia a produrre a casa pasticceria di livello, quasi tutto quello comprato fuori ti sembra insapore.
p.s. Stefanie, anche siculo sugnu!
😀 😀 😀
Non amo i dolci siciliani (o meglio, cannoli e cassata glia ltri non li ho provati) ma per gli amanti del genere credo siano molto invitanti!
Ps. sono napoletana ma non amo neanche babà, sfogliatella pastiera &C… ^_^-
PPS ora è tutto chiarissimo con questi indizi…
grazie bella, vado ad aggiungerla ai dolci!
posso testimoniare, personalmente, che sono davvero di una bontà unica!!!
Bravissima stefi
Dani
Quelle cialde sono da urlo!!!!
Amo la pasticceria siciliana alla follia, trovo che sia la migliore….assieme a quella napoletana ovviamente!! 😉
mamma mia che bonta' !!! mi ricordano quei cannoli comprati a Catania! semplicemente divini 🙂
ZioPiero: quindi il "problema" sono io che produco cose troppo buone??? Ahahha
Tiziana: allora non sei stata nelle pasticcerie giuste! E' vero, il "difetto" dei nostri dolci è che in alcune pasticcerie si tende a realizzarli troppo dolci!
Dau: Baciooooo
Daniela: Ma grazie!!!!
Assunta: quella napoletana … che meraviglia, ancora ricordo bene quel babà e quella sfogliatella riccia!!! … non mi ci fare pensare, và …
Barbara: :-)))
La mia vena siciliana da parte di nonno mi fa amare alla follia la pasticceria siciliana, o quello che spacciano per pasticceria siciliana nel resto d'Italia.
Comunque come ti ho scritto su fb un bel contest sui dolci regionali sarebbe una grande idea!
ciao loredana
Posso capirti, abituati alle vostre delizie e bontà è dura accontentarsi!!! …adoro letteralmente i cannoli e segno la riceta per provar a rifarli a casa… Chissà vengan belli come i tuoi e buoni come ricordo esser quelli mangiati in Sicilia!
Buoni! Ho conosciuto il tuo blog per caso e mi sono iscritta per seguirti ai tuoi lettori fissi. Spero che ricambierai con il mio nuovo blog…..ciaooo
Loredana: oddio, cosa "spacciano" nel resto d'Italia?
Terry: tienimi aggiornata!
Gessica: benvenuta!