Pare.
Pare che io abbia cambiato gusti.
Pare che io mi sia votata al salato.
Pare che io mi sia decisa a non tentarvi più con dolci da istantaneo picco glicemico.
Pare, di contro, che i miei post “dolci” siano più graditi dei “salati”.
Pare che le ricette regionali non se le fili nessuno.
E quindi, rivolgo la domanda a voi. Mi preferite in versione dolce, o in versione salata? Vi piacciono le ricette della mia regione, o preferireste continuare a vedere su questo blog creme pasticcere, meringhe e soffici torte?
Esprimete ciò che vi pare … perchè … “così è, se vi pare …”
Nel frattempo, dedico il post di oggi ad una ricetta tipica della mia città, che io sconoscevo fino a qualche giorno fa. Ho sempre preparato i carciofi ripieni alla maniera della mia mamma. Ma si sa, ogni mamma ha una ricetta personale e un modo differente di cucinare qualunque pietanza. E così, tra una chiacchiera in ufficio e l’altra, ecco che mi innamoro di questa versione di carciofo ripieno, il cui nome risuona molto folkloristico, ma la cui sostanza è tutta da scoprire: Carciofi ca’a tappa cu l’ovu: (Carciofi con il tappo con l’uovo).
Cos’è questo Tappo con l’uovo? Leggete e venite a scoprirlo …
Se il post di oggi vi piace, ringraziate Mela, la mia collega mai gelosa delle proprie ricette e sempre pronta a suggerimenti e consigli golosi.
Carciofi ca’a tappa cu l’ovu
Per 3 persone
6-7 carciofi
3 uova
pane grattuggiato (per motivi personali ho dovuto usare una panatura di mais, senza glutine nè lievito)
parmigiano
prezzemolo
uvetta e pinoli
pezzetti di provolone piccante
sale, pepe, olio, aglio (io non l’ho messo)
cipolla
1 litro di passata di pomodoro
Preparare il ripieno: tritare il prezzemolo, aggiungerci il pane grattuggiato e il parmigiano (dosi a occhio). Unire anche l’uvetta e i pinoli e tenere da parte.
Pulire i carciofi, eliminando le foglie esterne e le punte. Allargarli, lavarli e condirli con sale, pepe e olio (a piacere anche dell’aglio tagliato finemente, io non lo metto perchè lo trovo indigesto). Riempire i carciofi con il pane e il formaggio, pressando bene in modo da farcire abbondantemente. Inserire, tra le foglie, anche qualche pezzetto di provolone piccante. In un piatto, sbattere le uova e condirle con sale e pepe. “Sporcare” la parte superiore di ogni carciofo, ripassandola nell’uovo battuto. Cadrà un pò di condimento, non importa. In questo modo, l’uovo andrà a “tappare” il carciofo e formerà, una volta cotto, una crosticina in superficie. Fare scaldare dell’olio in una padella, adagiarci i carciofi a testa in giù, dalla parte dell’uovo, e fare soffriggere per pochi secondi, giusto il tempo che si formi una crosticina. Nel frattempo, avviare in una pentola la salsa: fare un piccolo soffritto di cipolla e olio, versarvi la passata di pomodoro, condire a piacere (io uso zucchero, pepe e cannella). Adagiare nella pentola, sempre a testa in giù, i carciofi. Devono essere ben stretti tra di loro. Far cuocere a fuoco lento (attenzione alla fiamma, altrimenti si attacheranno!!!) e con coperchio chiuso (a proposito, ma voi lo conoscete questo coperchio?) per almeno mezz’ora. Se necessario, diluire la salsa con un pò di acqua. Sono cotti quando, infilzando il cuore con una forchetta, risulteranno teneri.
Servire bollenti, accompagnando con qualche fetta di pane per la “scarpetta” di rito.
Ho preparato anche una versione in bianco, facendo cuocere lo stesso carciofo ripieno e con la crosticina fritta in un pentolino con acqua e sale. Eccoli:
Note: la quantità di carciofi da preparare deve essere necessariamente correlata alla grandezza della pentola che andremo ad usare: in pentola, i carciofi devono stare vicini, toccarsi l’uno con l’altro. Se rimangono degli spazi, riempire eventualmente con i gambi, o con qualche patata. La quantità di pane e formaggio per il ripieno, invece, va calcolato esclusivamente ad occhio, aumentando o diminuendo l’uno o l’altro in base ai propri gusti personali.
E ultimo, ma non ultimo, un ringraziamento speciale alla mia collega Mela, che mi ha svelato i segreti di questi carciofi, la cui preparazione io sconoscevo, raccontandomi minuziosamente tutti i dettagli.
Partecipo al contest di Sabrina
Buon Appetito!
Stefania
10 commenti
Buongiorno Stefania! Anch'io conoscevo solo i carciofi ripieni del metodo di tua madre, simili li fa sempre mia nonna e di conseguenza li faccio anch'io, ma è interessantissima quest'altra versione al sugo, da provare!!!
Io amo follemente preparare dolci ma amo invece mangiare di più i salati, del territorio e non, quindi io apprezzo molto le tue ricette salate, mi danno spunti realizzabili in tempi brevi. Di dolci invece ne faccio 1-2 a settimana e quello infrasettimanale è sempre semplice, da colazione o da merenda, di conseguenza i dolci complessi posso prepararli al massimo 2 volte al mese, altrimenti in casa mi accusano di volerli far rotolare 🙂 Un bacione e buon fine settimana
Io preferisco quando cucini quello che ti piace e a dirla tutta il fatto che non filino le ricette regionali la dice lunga, anzi lunghissima! Ma comunque…i carciofi ripieni sono un pezzo della mia infanzia, a pranzo riuscivo a mangiare solo quelli, una foglia alla volta, con le dita tutte sporche…fantastici!
ma se volessi cuocerli in acqua quanta ne devo mettere? fino a metà carfiofo? Sorella.
si sa che i dolci attirano ma poi le ricette salate sono, spesso, più utili, questa ricetta mi ispira molto, mia mamma li fa come te ma col prosciutto a pezzetti, chissà quante versioni ci saranno ma i carciofi sono sempre buonissimi! Ciao!
Ylenia: a me sono piaciuti molto, e poi fare la scarpetta nel sughetto non ha prezzo!
Greta: è vero, i carciofi si mangiano così! E … se non ti lecchi le dita godi solo a metà
Sorella: tu pensa che ci ho messo due giorni per scrivere questo post, e poi mi perdo in mezzo bicchiere d'acqua …
Acquolina: insomma, vince la gola, ma poi alla fine ci vuole la sostanza!!!
Oramai l'avrai capito, io amo la tradizione, non solo quella nuda e cruda ma anche con qualche restyling.. però è vero che non viene molto filata, se non dagli affezionati. I dolci hanno un impatto più forte, soprattutto se eseguiti con maestria. Tu fai quello che ti piace di più e come si dice? Chi mi ama mi segua e se no, non sa cosa si perde. :)))
Come ad esempio questi carciofi. Grazie a te e alla tua amica per l'insegnamento.
Se volessi fare la panatura senza glutine, devo utilizzare solo la farina di mais? Sai ultimamente mi piace cucinare senza glutine, anche se non sono celiaca, ma mi fa sentire molto meglio.
Grazie per la tua seconda ricetta, per me è un onore riceverla.
Un abbraccio.
Sabrina: hai detto bene: il blog mi rappresenta, e ormai dovrei aver capito che dovrei pubblicare ciò che mi piace fare. Ma non posso fare a meno di notare le differenze … rispondo alla tua domanda: se vuoi fare un ripieno glutinoso va benissimo il normalissimo pane grattuggiato (quello raffermo, però! non quello industriale!!!)
Con l'idea della scarpetta in quel sughino mi hai stesa…lo confesso…bellissimo piatto, che proprio non conoscevo
buon we!
simo
I dolci soprattutto quelli spettacolari che fai tu tirano sicuramente di più ma non si può vivere solo di dolci… Ben vengano anche i salati!…però tu fammi trovare i dolci! 😀
tROPPO BELLI QUESTI CARCIOFII!!ti invito al mio primo contest..se ti va passa da me lauraincucina
http://blog.giallozafferano.it/lauraricette/raccolta-italia-in-cucina/