Gelo di gelsomino

Caldo, c’era tanto caldo quel pomeriggio di metà settembre. Non ne ho mai fatto mistero: io ODIO il caldo. Non lo tollero, mi sento male, la sensazione di appiccicaticcio, la fronte sempre imperlata di sudore, il costante desiderio di voler trovare un pò di refrigerio, la macchina che quando la apri sembra pronta per infornarci una pizza. Si, io ODIO il caldo.
E lo odio ancora di più quando nel resto di Italia è già autunno, quando so che i miei amici di Milano hanno già iniziato a prepararsi per il cambio di stagione. Quando in Italia arriva il fresco. Ma “al Sud e nelle Isole (come se noi non fossimo Italia) bisognerà attendere ancora un pò” …

C’era caldo quel pomeriggio di settembre. Ero in ufficio.
Senza aria condizionata.
Con una temperatura esterna di 35° all’ombra.
E soffrivo.

Poi mi telefona lei.
Ho fatto il gelo di gelsomino, mi dice, vuoi passare da me?

Neanche a dirlo, mi fiondo al volo. Anche se sono stanca, sudata, accaldata, in abbigliamento poco adattao ad una chiacchierata tra amiche. Solo solo per godere del fresco della sua terrazza. E poi di quel gelo di gelsomino. Non so nemmeno che sapore abbia il gelsomino. Ne conosco bene il profumo, lo adoro, una delle pochissime cose che amo dell’estate, insieme alla città deserta e alla frutta di stagione. Ma non l’ho mai mangiato.

Amore a primo assaggio. Fresco, delicato, profumato, un sapore unico, che ben si adattava a quel caldo e torrido pomeriggio di metà settembre. E in un solo e morbido assaggio la stanchezza è scivolata via. Persino il caldo è sembrato attenuarsi (è solo sembrato).

Non ho fatto passare molti giorni (del resto il caldo si sta attenuando solo in questi giorni) e ho riprodotto il suo gelo, usando un gelsomino rigorosamente privo di qualunque pesticida, e ben lontano dalle strade.