…sono le sfince vuote.
Cosa?
Passo indietro.
Oggi è San Giuseppe. Palermo profuma di sfince. Sono i dolci tipici della tradizione palermitana. Sono dei grossi bignè fritti, ripieni di crema di ricotta. Sono dei dolci coreografici, colorati, belli da vedere. Ti fanno venire la voglia di addentarli solo a guardarli. Sono lì in bella mostra nelle vetrine, gonfie e fiere. Le acquisti con l’acquolina in bocca e nel breve tragitto che ti separa da casa pregusti il momento in cui affonderai i denti in quel morbido e succulento bignè…poi…finalmente il momento arriva…ce l’hai in mano, sfoderi i 32 denti, parti per l’affondo …
…
Ops …
….
Manca qualcosa!
….
Si, manca il ripieno!
…
Purtroppo è così. Spesso questi dolci vengono solo ricoperti di crema e non riempiti.
E’ una presa in giro. E’ il trionfo dell’apparire. E’ la delusione totale.
E’ per questo che il giorno di San Giuseppe (e non solo, per dire la verità) io preferisco fare le sfince a casa mia (ma anche da mia mamma o da mia nonna, nessuno si offende), che, per l’occasione, si trasforma in una enorme friggitoria.
Per circa 8-10 pezzi grandi:
250 farina
250 acqua
50 strutto
scorza grattuggiata di mezza arancia
6 uova
olio (o strutto) per friggere
Per la farcia:
600 gr di ricotta di pecora (se usate ricotta vaccina non otterrete lo stesso risultato)
200 gr di zucchero
100 gr gocce di cioccolato
Per gurnire:
50 gr granella di piastacchio
ciliegie candite
La sera prima preparare la crema di ricotta: versare lo zucchero nella ricotta e maneggiare bene. Far riposare tutta la notte. La mattina successiva, setacciare la crema con il passapomodoro, aggiungere le gocce (non scaglie) di cioccolato e far riposare in frigo. Qualcuno profuma con una spolverata di cannella. Questione di gusti.
In una pentola mettere l’acqua, la scorza grattuggiata di arancia e il burro e portare a ebollizione. Togliere dal fuoco ed aggiungere la farina setacciata tutta in una sola volta. Riporre sul fuoco e mescolare fino a che l’impasto non si staccherà dalle pareti e non si sarà formata una patina bianca sul fondo della pentola. Lasciar intiepidire, continuando a maneggiare l’impasto con il cucchiaio, lavorandolo continuamente. Quando la pasta sarà tiepida, aggiungere un uovo alla volta, assicurandosi che sia stato ben assorbito prima di aggiungere il successivo. Questa operazione può essere fatta con le fruste elettriche, o a mano. Far riposare un’ora e poi procedere alla cottura.
La ricetta originale vuole che questi dolci vengano fritti nello strutto. Io ho preferito l’olio di arachidi (trovo che lo strutto faccia “puzza” e lasci un sapore troppo forte): riscaldate l’olio e versare l’impasto a cucchiaiate: aiutandosvi con due cucchiai unti di olio, formate delle quenelle di forma regolare, poi tuffatele delicatamente nell’olio, facendole dorare da tutti i lati. Fare attenzione alla temperatura dell’olio: l’olio deve essere ben caldo quando si versa l’impasto, poi va allontanato dal fuoco per un minuto, in modo che le sfinci si gonfino bene senza bruciarsi. Infine, si rimette la pentola sul fuoco e si fa terminare la cottura. L’impasto gonfierà molto e tenderà a “scoppiare”. Se vedete che questo non succede, fate una piccola spaccatura con il dorso della forchetta. Non bisogna friggere più di 3-4 sfinci alla volta. Quando saranno tutte cotte, farle freddare completamente. Tagliarle a metà per il verso lungo, riempite di crema e poi spalmatene ancora un pò sulla superficie. Decorate con la granella di pistacchio e una ciliegia candita. Se volete, spargete un po’ di zucchero a velo.
Con questa tradizionale ricetta palermitana, partecipo al contest di Farina lievito e fantasia
Buon Appetito!
Stefania
19 commenti
Mamma miaaaa!! Se ti dicessi che ho la bava alla bocca mi crederesti?? Credo proprio di sì.
Bravissimaaa!! E complimntissimi anche per le foto. 🙂
Uno dei miei ricordi più belli è la zeppola di S. Giuseppe…la crema scappava fuori ad ogni morso e mi toccava girarla in continuazione!! Bellissime Stefania! Buona domenica ciao 🙂
Credo che sarebbe proprio ora di una bella merenda! Tra l'altro le foto sono meravigliose, brava e buon weekend
Stefania, una vera goduria!! Brava =)
Alessandra (CosebuonediAle)
MIZZICA!!
:))
MAMMA MIA..CHE COSA ULTRA BUONA…:)
sono perfette!!!
ma sai che ho sperimentato una sfince gigante che ho usato come torta per il compleanno di mio marito,ripiena di ricotta e decorata con ricotta e canditi!!!
nei prox giorni posta la ricetta,e'stata una sorpresa x tutti
complimenti, questa ricettina sembra davvero buonissima! bacioni e buon weekend!!! 😀
Stefaniaaaaaaa passamene una dallo schermo del pc 😉 COMPLIMENTI!!!
no ma che meraviglia! nn li avevo mai sentiti nominare!!! chissà che buoniii ho gli occhi a cuore ora, adoro i dolci siciliani!
che bellezza Stefania! IO non le ho mai assaggiate (sono veneta) ma fanno una voglia!
boni boni buonissimiiiiiiiiii
Perfette Stefania!!! Hai la stessa ricetta mia, differisce solo un piccolo dettaglio:la scorza di limone nella mia, di arance nella tua. Per imbottirle di crema io non le taglio a metà ma forzo col cucchiaino provocando un piccolo strappo sotto, così rimane intera e imbottita ben bene. Gnam!! Ho le ultime 3 in frigo … che meraviglia!!!
Dimenticavo: nella mia ricetta c'è anche un pizzico di bicarbonato.
Ciao!
buonissimeeeeeeee
la ricetta che ho io e differente l ho postata qualche giorno fà ma queste sono bellissime.A PRESTO
troppo belliiii e chissa che buoniiii
che meraviglia..da leccarsi i baffi!! complimenti!!ciao!
[…] d’inverno e di merende golose. L’impasto potrebbe confondersi con quello delle sfinci. In realtà è diverso, è più morbido. Queste ciambelline non vanno farcite con la crema (oddio, […]
[…] seconda versione, invece, ho trasformato in babà uno dei dolci caratteristici della mia città: la sfincia. Del resto, la sfincia, come denota il suo nome, è una “spugna” adatta a impregnarsi […]